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http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/257371/golia-affitti-in-nero.html
If you want to provide community service and even better can get credit or fulfill a requirement, ACORN International would love to be the place for you! Here are a couple of programs that are breaking ground with us already – get in touch right away if you’d like to add your school to the list.
George Brown College – Toronto: “George Brown College- School of Social and Community Services- Students seeking a Diploma in the Social or Community Services fields are able to take advantage of placement opportunities with ACORN International. Students will help with research, outreach and various other aspects of campaigns that ACORN is supporting.”
York University – School of Social Work – Toronto York has approved ACORN International as a placement location for students seeking either a Bachelor in Social Work (BSW) or a Masters in Social Work (MSW) beginning the 2011-2012 school years. Students would help on outreach, communication, and research working with various immigrant communities in Toronto on the Remittance Justice Campaign.
Georgia State University School of Social Work – Atlanta A similar set of placements is being organized in a partnership between GSU in Atlanta and ACORN International on communities in Georgia.
Tufts University – EPIIC Program — Boston Beginning in 2008 we inaugurated a partnership offering opportunities for internships through the program with ACORN International as part of the global studies program at Tufts. One student spent the summer working as an organizer and research with ACORN India in Mumbai.
It’s a big world, and when ACORN International is trying to tackle huge institutions like the banks and money transfer organizations, we need a lot of people plowing through a lot of documents, state and provincial rules in various countries, facts and figures, and processing the information country by country, including in places where we do not organize like the United Kingdom, Europe, and China. A good example of added talent in doing the great Remittance Justice Campaign reports was the labor of volunteer, Larry Ginsberg from Baltimore who waited through the state insurance and banking records vainly looking for signs of regulations in 32 of the United States. Jim Lynch working from a home computer in Little Rock managed to connect us to important information from bankers in Africa that filled in key gaps in our research.
Club de ACORN in Buenos Aires In 2005 energetic ACORN Argentina community organizers working in La Boca and Barrellas teamed with a number of young expats from the USA, UK, and Australia visiting Buenos Aires to create an after school enrichment program for ACORN members’ children. Monthly fundraisers organized through Facebook were used to purchase supplies and other tools for Club de ACORN. The program has now been reorganized in La Matanza, the mega-slum in the provincial outside of the city. Similar programs have been organized in other ACORN International cities in Latin America especially.
Melanie Craxton of the University of Edinburgh (Scotland) and Rochester, New York, does not believe in letting a moment go to waste, so she wanted to make her summer count for something. She had spent time as an intern with the Grameen Bank in Bangladesh in the past, and could see from the Remittance Justice Campaign that there were similarities as well as an interest by ACORN International in tackling the complexities of microfinance for our membership, evaluating the field, and even building tools to allow our members in the slums to be better “loan consumers.” In an exciting development to both Melanie and ACORN International, we are exchanging three months of a hot and humid New Orleans summer in 2011 for her skills and help in producing our research on microfinance which we will roll out in the fall of this year.
Brad Rockwell is a seasoned environmental lawyer based in Austin, Texas. His firm has a sabbatical program. We were delighted when he approached ACORN International about spending two months with us in what turned out to be a great experience for him and for ACORN India in early 2011 when he spend the time in Delhi helping on everything from the India FDI Watch Campaign to the ITO communities dislocation which our Commonwealth Games Campaign had not been able to stop.
Pubblichiamo l’intervista a David Tozzo, presidente dell’associazione no profit Acorn Italia. La prima campagna della neo-nata associazone italiana di Acorn, è rivolta contro gli affitti a nero. Nell’intervista David Tozzo spiega come e perché si può avere uin contratto regolarmente registrato, a fronte della volontà del padrone di casa di praticare l’affitto a nero. Il tutto in virtù di un decreto legge la cui finalità è far emergere quanto i proprietari di casa vogliono mantenere in nero: gli esosi affitti!
INTERVISTA A DAVID TOZZO, PRESIDENTE DI ACORN ITALIA
Nella mattinata di ieri, mentre a Roma migliaia di giovani si preparavano alla manifestazione degli Indignati, me ne sono andato alla “Casa del Quartiere” del IV municipio ad intervistare David Tozzo, presidente dell’associazione Acorn Italia. Ho fatto ciò, convinto di dare il mio contributo a quella che molti chiamano “rivoluzione”. Dando visibilità ad un’associazione che da un mese circa fa servizio di sportello per divulgare attivamente una legge che dà la possibilità ai cittadini di far valere i propri diritti di inquilini a fronte di un contratto di affitto a nero (i particolari dell’inizitiva nell’intarvista che sarà pubblicata domani su Roma2013.org).
Acorn Italia con questa iniziativa sta dando il via ad una delle tante “nuove rivoluzioni”, le cui caratteristiche sono quelle di muoversi nella legalità, producendo effetti altamente incisivi sul tessuto economico e sociale del nostro Paese. Un fatto concreto, l’emersione degli affitti a nero, e trasversale rispetto agli schieramenti politici, perché interessa tutti coloro che sono strozzati dagli affitti a nero. Un fatto quindi non strumentalizzabile da alcuno, perché legale e condiviso da gran parte della comunità civile.
A ben guardare, soprattutto all’indomani della manifestazione di ieri a Roma, una sola è la rivoluzione possibile ed auspicabile in un Paese che è rimasto vecchio: la rivoluzione culturale. Come scrisse una nostra redattrice due anni fa (clicca qui), il nostro Paese ha bisogno di una “Rivoluzione lenta”. E qui cito quell’articolo, “Se i modelli rivoluzionari che hanno guidato le generazioni passate sono falliti è perchè in essi si assumeva la rivoluzione quale evento immediatamente tangibile. Un atto liberatorio ed idealizzato, quindi privo di maturazione ed esterno alle coscienze. O peggio ancora, un concetto sbandierato per coinvolgere le masse, usando il populismo a vantaggio degli interessi privati. La vera rivoluzione a cui bisognerebbe ambire è innanzitutto una rivoluzione culturale che passi attraverso una presa di coscienza, un’assunzione di responsabilità e che comporti tolleranza per la frustrazione”. Come a dire che le proteste di piazza soddisfano certo nell’immediato un bisogno di espressione del dissenso, avendo in sè l’elemento subdolo della catarsi. Ma poi, a livello pratico, nella società nulla o poco cambia.
Se poi, si prende coscienza che nel nostro Paese le manifestazioni di piazza sono da sempre state un mezzo attraverso cui dare un’immagine violenta delle rimostranze di protesta, anche quelle più giuste, con l’utilizzo di manifestanti violenti preparati all’occorrenza, si capisce bene come gli effetti sperati di cambiamento dello status-quo siano irrealizabili. Un’utopia. Una chimera. Come diceva qualcuno, “Le vie dell’inferno sono lastricate di buone intenzioni”.
Ho quindi scelto di dare il mio personale contributo alla “rivoluzione lenta”, preferendola a quella “rock” di piazza, intervistando David Tozzo di Acorn Italia, proprio perché quest’ultimo rappresenta, con l’attività che sta portando avanti insieme ai suoi, tra i tanti casi di impegno civile che già ci sono nel nostro Paese, un pezzo di quella nuova generazione che vuole realmente cambiare la faccia del nostro Paese. Lentamente, ma inesorabilmente. Senza happening di impatto visivo, ma con costanza. I ragazzi di Acorn Italia, ad esempio, fanno la loro rivoluzione non in piazza, ma seduti davanti ad un Pc, dialogando e dando supporto a chi soffre un disagio di ordine pratico.
Così come vogliono cambiare il nostro Paese i cittadini di Fidene e Villa Spada che hanno protestato contro i miasmi provenienti dal Centro Ama Salaria, non con manifestazioni di piazza, ma riunendosi in assemblea e richiamando alle proprie responsabilità le istituzioni. Proprio venerdì hanno raggiunto un importante risultato: l’Ama ha dichiarato, dopo mesi di totale disiniteresse da parte delle istituzioni, che l’impianto ha necessità di un milione di euro di interventi. Di fatto ha ammesso che quel centro di produzione di ecoballe, che poi vengono bruciate per la produzione di Cdr (combustibile derivato dai rifiuti), non è a norma. Altrimenti perché spendere un milione e passa di euro?
E quindi ci troviamo dinnanzi ad una dicotomia. La protesta contigente di piazza, con tutte le controindicazioni del caso (vedi i manifestanti violenti, l’uso strumentale delle masse da parte di uno o dell’altro Partito) da una parte, e l’impegno quotidiano, impassibile e costante e massimamnete rivoluzionario dalla’altra.
Come a dire, l’innondazione improvvisa e, in molti casi, distruttrice, a fronte di una sottile goccia cinese. La goccia cinese sarà capace nel tempo di scavare un solco nelle roccia, plasmandola in una nuova forma. L’innondazione, al contrario, sarà capace solo di fare danni, lasciando ben poco a futura memoria.
In tutta coscienza, tenuto conto dell’uso strumentale delle frange violente ed eterodirette durante le manifestazioni, composte per lo più di persone pacifiche, si può dire che l’impegno quotidiano e legale, ha maggiori effetti sulla cittadinanza.
In definitiva, lo scatto culturale deve essere quello per cui ognuno faccia il suo nel proprio ambito, non cercando ribalte, ed agendo secondo una sana etica civica. Questa è la rivoluzione che i poteri consolidati e vecchi del nostro Paese non si augurano. Questa è la “rivoluzione lenta” che li farà andare a casa. Al netto di ogni Partito o partitino che vuole cavalcare le rimostranza di piazza.
A futura memoria.
http://www.roma2013.org/index.php?option=com_content&view=article&id=4034:w-la-rivoluzione-lenta&catid=49:editoriale&Itemid=64